Intervista a Totò Navarra Jr.

        Giovanissimo imprenditore agricolo (classe 2000), figlio d’arte per quanto riguarda l’esperienza manageriale e prima generazione nel settore in cui hai deciso di cimentarti. Raccontaci questa doppia veste che indossi: da una parte, quella di raccogliere l’eredità della “terza generazione”, dall’altra, essere la prima generazione a occuparsi di vino e non solo.

Sono davvero fortunato ad essere nato in una famiglia in cui il lavoro è sempre stato una virtù importante, trasformatosi con il tempo in grande esperienza manageriale. Devo tanto alla mia famiglia che mi ha cresciuto con il valore del lavoro e del sacrificio e, se oggi possiamo parlare di “esperienza manageriale”, è merito di mio nonno Totò che si è rimboccato le maniche nella scommessa più grande che potesse fare con sé stesso, e di mio padre, che seguendolo, ha speso e continua a spendere la sua vita perseguendo la scia della “creatività imprenditoriale”, ogni giorno puntando sull’eccellenza.

Una bella scommessa anche per me, prima generazione nel mondo delle aziende agricole cui, vista la mia giovane età ed il bagaglio manageriale in me intrinseco, intendo, con molta umiltà e seppur nel mio piccolo, sviluppare sempre di più. Il vino, l’olio, le mandorle sono tutti prodotti da rispettare e valorizzare al nostro meglio, perseguendo sempre di più criteri e tecniche quanto più sostenibili sotto ogni punto di vista.

Parlaci di Tenute Navarra: dall’acquisto al progetto; dallo status quo alle prospettive future.

Il progetto Tenute Navarra nasce dal sogno del Fondatore, mio nonno Totò, che ritiratosi in pensione, decide di dedicarsi alla vita di campagna e di tornare alle sue origini riscoprendo le sue radici. Nel 2019 acquistiamo una Tenuta di circa 200 ha abbandonata da quasi 30 anni, e qui il sogno ha avvio.

Subito iniziamo a ripristinare, ove possibile, le colture esistenti, e ad impiantarne di nuove, dalle viti agli olivi ai mandorli, pur mantenendo delle aree boschive in linea con i principi della sostenibilità ambientale (e non solo) che sposiamo a pieno.

Al 2019 risale la prima vendemmia, si tratta di Nero D’Avola (la nostra vigna storica di circa 30 anni sita in Contrada Iudeca) da cui prenderà forma il Battichiè – Riserva del Fondatore, la nostra referenza iconica che racconta la storia di Nonno Totò.

Da qui, inizia anche la produzione di vino che ad oggi consta di 7 referenze, e di olio, una produzione di nicchia.

Ci prepariamo ad accogliere la filiera della mandorla per quanto attiene alle produzioni; e di un resort di qualità per godere dei migliori momenti a contatto con la natura e distanti dalla vita frenetica della città.

 Come ti sei avvicinato al mondo del vino?

È stato un avvicinamento naturale, nella mia famiglia ci sono sempre stati interesse e curiosità per il buon vino e la cultura del vino in genere. Negli anni, interesse e curiosità si sono trasformati in grande passione e oggi grandi rispetto e amore per la natura di cui ci prendiamo cura, il nostro lavoro ed i nostri prodotti che curiamo al massimo delle nostre possibilità.

Ho trovato affascinante l’arte del degustare e scoprire nuovi sapori, imparando a distinguere i profumi e le caratteristiche di diverse varietà dei vitigni.

 Come si articola la tua “giornata tipo”, quando sei in azienda?

Concilio studio e lavoro. Sono iscritto al corso di laurea in Economia e Amministrazione Aziendale, e dedico le mie mattine al lavoro in Tenuta. In campagna ci si sveglia presto e la vita ha tutt’altro sapore, quello della genuinità e della semplicità. Trascorro le mie mattine affiancando mio nonno presso la nostra Tenuta di Butera, affiancandolo e coordinando le attività che attengono alla produzione. Nel pomeriggio invece, mi dedico alle attività amministrative, le più svariate in base al periodo dell’anno di riferimento.

Essere così giovane e avere scelto di avvalersi della collaborazione di un team di giovanissimi, cosa rappresenta per te? Come descriveresti – da dentro, visto che ne fai pienamente parte – la “generazione Z”?

Essere giovane e lavorare con un team di giovanissimi rappresenta per me una grande opportunità. Ciò significa che abbiamo una prospettiva fresca e innovativa da offrire, insieme all’energia e alla determinazione di fare la differenza. Come parte della generazione Z posso

 affermare che siamo orientati al cambiamento, aperti alle nuove idee e alle tecnologie emergenti. Siamo abituati a un mondo digitale in costante evoluzione e siamo bravi nell’adattarci ai rapidi cambiamenti.

La nostra giovane età ci permette di avere una connessione più immediata con le tendenze attuali, le sfide e le aspettative dei giovani, consentendoci di offrire soluzioni e idee innovative. Inoltre, essere giovani ci da un’energia e una passione contagiosa che ci spinge a raggiungere i nostri obiettivi con entusiasmo e determinazione.

Qual è il vino della tua produzione cui sei maggiormente legato e perché?

Il vino cui sono maggiormente legato è Battichiè – Riserva del Fondatore. Questo forte legame nasce dal profondo affetto che riservo nei riguardi di mio nonno a cui questo vino si ispira.

Il Battichiè, infatti, racconta la storia di mio nonno Totò e delle sue origini; il nome scelto per l’etichetta trae ispirazione dalla ninna nanna che il nonno ascoltava cantare dalla sua mamma quand’era bambino, un suono dolce ma anche deciso e sicuro che lo ha accompagnato per tutta la vita.

È un vino corposo ed elegante, dalle tipiche note fruttate di more di gelso rosso e ciliegia, con aromi variegati che ricordano la vaniglia e il cioccolato.

SOCIETÀ AGRICOLA TENUTE NAVARRA S.R.L.

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93100 – Caltanissetta – Italia
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